Pizzica

La pizzica (detta nella sua forma più tradizionale pizzica pizzica, informalmente taranta) è una danza popolare attribuita oggi particolarmente al Salento, ma tutt'oggi diffusa anche in un'altra regione della Puglia, la Bassa Murgia. Viene ballata, inoltre, in Basilicata (nel Materano); nella bassa Campania, precisamente nel Cilento, e in alcune zone della Sicilia. Fino ai primi decenni del XX secolo presente in tutto il territorio pugliese, assumeva nomi differenti rispetto ai vari dialetti della regione confondendola spesso con le tarantelle.

Fa parte della grande famiglia delle tarantelle (ma molto più antica di essa), come si usa chiamare quel variegato gruppo di danze diffuse dall'Età moderna nell'Italia meridionale.

Pizzica e tarantismo

La prima fonte scritta, che oggi si conosca, risale al 20 aprile 1797 e si riferisce alla serata da ballo che la nobiltà tarantina offrì al re Ferdinando IV di Borbone in occasione della sua visita diplomatica nella città. Il testo parla di "pizzica pizzica" come di una "nobbilitata tarantella". Già dal XIX secolo la pizzica si è legata alle pratiche terapeutiche coreomusicali del tarantismo, ma è accertato che dal XIV sec. in poi musici e tarantolati hanno adoperato per curare e curarsi dal veleno di tarantole e scorpioni le danze locali del periodo, che si sono alternate, succedute, o adattate, lungo il corso dei secoli. Alcune di queste danze (moresca, spallata, catena, pastorale, ecc.) hanno avuto un'ampia circolazione ben oltre l'area pugliese e lucana, si ritrovano presenti in altre regioni europee. La pizzica pizzica, dunque, era essenzialmente una danza ludica dei momenti di festa e di convivialità sociale, ma veniva praticata durante i rituali terapeutici dai morsicati (veri o presunti) dalla tarantola Lycosa tarantula.

Nella stessa area della pizzica pizzica si è continuata a praticare anche la tarantella, tant'è che oggi è difficile anche da parte degli anziani percepire la differenza tra le due danze, sia sotto l'aspetto musicale che coreutico. La pizzica è stata eseguita da molti strumenti musicali: dalla zampogna sino ai primi decenni del XIX secolo (nel Materano ancora oggi), da vari aerofani agro-pastorali, da violino e mandolino. La fondamentale scansione ritmica del ballo era determinata dal tamburello, dal cupa cupa (tamburo a frizione), dal triangolo, castagnole (oggi scomparse nell'uso della coppia, una per ciascuna mano del/la ballerino/a)) e da altri idiofoni rurali. Dagli ultimi decenni dell'Ottocento in poi si sono poderosamente introdotti negli organici strumentali della pizzica l'organetto prima e la fisarmonica dopo.

Il ballo della pizzica pizzica

Nella pizzica pizzica si balla in coppia, non necessariamente formata da individui dello stesso sesso. A differenza di quanto molti immaginano, la pizzica pizzica tra uomo e donna non era necessariamente una danza di corteggiamento. Essa infatti si ballava soprattutto in occasioni private e familiari, ed in tali occasioni era molto probabile che a danzare si trovassero parenti anche molto stretti, o individui tra i quali intercorreva una grande differenza d'età. Così il ballo tra un fratello ed una sorella poteva diventare occasione di divertimento e scherzo, come quello tra un anziano e la sua nipotina poteva diventare un momento di apprendimento da parte della seconda dei ruoli, dei passi e dei codici tipici della danza. Tra due uomini invece spesso si creava più tensione, o meglio, competizione, ed il ballo diventava allora un momento di sfida in cui ci si confrontava, esibendole, su doti quali agilità, creatività e prestanza fisica. Un esempio di danza tra due uomini è riscontrabile nella tradizione ostunese, dove è molto facile vedere due uomini ballare insieme ed in cui uno dei due uomini (o a turno), si prende gioco dell'altro riproducendo passi e pose comici o caratteristici della danza femminile.

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Lecce "Acustica" mercoledì 1 giugno.
Piazza Sant'Oronzo, i pizzicati con Serena D'amato, Veronica Calati, Patrizia Zacheo.

La pizzica e la scherma

La "pizzica a scherma", spesso impropriamente chiamata "danza delle spade", è stata spesso altrettanto impropriamente annoverata nella famiglia delle danze armate, cioè di quel particolare tipo di spettacolo danzato nella quale gli sfidanti simulano un combattimento con armi. Essa non ne fa parte semplicemente perché le danze armate prevedono tutt'oggi l'uso di armi, come nelle "danze delle spade" piemontesi, che simulano "duelli" per così dire ufficiali, tra cavalieri, eserciti, fazioni. Le cosiddette danze armate nascono inoltre come spettacolo, come "parata" pubblica.

Nella pizzica a scherma non c'è niente

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